Perché a 450 metri di altitudine, che si affaccia sulla valle della Zorn e sulla pianura dell’Alsazia, il castello del Haut-Barr è molto più di una semplice rovina medievale. Il suo soprannome evocativo, « l’occhio dell’Alsazia », illustra il suo ruolo strategico e la sua importanza storica. Situato vicino a Saverne, questo edificio narra diversi secoli di difesa, architettura e leggende.
Un’origine etimologica carica di simboli
Menzionato fin dal 1112 con il nome di « Borre » o « Borra », il castello deve la sua attuale appellazione a evoluzioni linguistiche. Derivato dalle radici celtiche che significano « cima », il suo nome è stato modificato nel corso dei secoli sotto l’influenza del tedesco, diventando « Hohbarr » prima di essere tradotto in francese in « Haut-Barr ». Questo sito notevole testimonia la ricchezza culturale e linguistica della regione.
Una posizione strategica nel cuore dei Vosgi
Costruito su un sperone roccioso stretto tra la pianura dell’Alsazia e la valle della Zorn, il castello occupava un posto chiave per sorvegliare il passaggio tra la Lorena e l’Alsazia. Nelle vicinanze si trovano altre fortificazioni, come i castelli del Petit e del Grand Geroldseck, testimonianza dell’importanza militare di questa regione nel periodo medievale.
Il Haut-Barr, composto da tre massicci rocciosi collegati da ponti, offriva una vista panoramica eccezionale, essenziale per la sua missione di controllo. Questo panorama unico ha ispirato il suo soprannome di « l’occhio dell’Alsazia ».
Una storia movimentata
Costruito nel 1170 dai vescovi di Strasburgo, il castello ha subito numerose trasformazioni fino al XIV secolo. Utilizzato come posto di osservazione e fortezza difensiva, è stato conteso, distrutto e poi restaurato più volte. Durante la guerra di Successione di Spagna, i soldati hanno brevemente reintegrato questa fortezza ormai in rovina.
Abbandonato alla fine del XVIII secolo, il Haut-Barr ha continuato a intrigare e a segnare la storia locale. Nel 1798, ospita persino una torre del telegrafo Chappe, un simbolo delle nuove tecnologie di comunicazione dell’epoca.
Un’architettura plasmata dalla natura
Il castello si basa su un basamento di arenaria vosgiana, un materiale estratto in loco, facile da lavorare ma sensibile all’erosione. I suoi costruttori hanno alternato tecniche di lavorazione sofisticate, come quelle dell’epoca romanica, e metodi più rudimentali, soprattutto a partire dal XVIII secolo.
I tre massi principali che strutturano il castello presentano una composizione geologica affascinante, combinando arenaria fine e conglomerato saverniano. Queste formazioni naturali, scolpite dal tempo, conferiscono al sito un carattere maestoso.
L’eredità della confraternita della Corna
Nel 1586, Jean de Manderscheid, vescovo di Strasburgo, fonda al Haut-Barr la Confraternita della Corna, una società festiva destinata a riunire gli amanti del vino e a celebrare la cultura locale. Questa iniziativa sottolinea il ruolo simbolico del castello, non solo come bastione difensivo, ma anche come luogo di incontro e convivialità.
Un sito da scoprire oggi
Nonostante il suo stato di rovina, il castello del Haut-Barr continua a attirare visitatori in cerca di storia e paesaggi mozzafiato. La ricostruzione della torre del telegrafo Chappe permette di immaginare la vita su questo sito attraverso le epoche.
Ogni pietra di questo edificio racconta una parte della storia alsaziana, mescolando difesa, religione e tradizioni festive. Il Haut-Barr rimane una tappa imperdibile per comprendere la ricchezza patrimoniale dei Vosgi del Nord.